Mi chiamo Conny, faccio gioielli che aiutano le persone a splendere
Menu
Widget
Cerca
TIFFANY-Come lo faccio
Rispondendo alla fatidica domanda che mi viene posta quando espongo nei mercatini dell’artigianato “Ma fai tutto tu?” , a cui uno gentilmente risponde ” Si” ma ci sarebbe da specificare, ” Certo perché se sei in un mercatino dell’artigianato va da se che le cose esposte le ho fatte io”, la domanda successiva è ” Ma come li fai?” e qui la risposta diventa più complessa, e a spiegarla non c’è modo di far capire quanto in procedimento sia lungo e articolato, perciò, dopo il reportage fotografico di un paio di anni fa, un resoconto video di una giornata trascorsa a lavorare il vetro con la Tecnica Tiffany
Bozzetto preliminare.
Disegno con proporzioni e tagli.
Disegno.
Il diegno viene riportato su della carta da lucido.
Dalla carta da lucido viene riportato su del cartoncino per ottenere delle sagome.
Le sagome e il modello sul lucido vengono numerate. Ogni pezzo un numero.
Con la sagoma di cartoncino si riporta il disegno del pezzo sulla lastra di vetro.
Si usa un pennarello indelebile per scrivere sul vetro.
Sulla parte anteriore del pezzo viene riportato il numero corrispondente.
Il tagliavetro viene intinto in un olio per rendere la lama scorrevole
Si taglia con decisione da un bordo all’altro della lastra di vetro.
Non si può lasciare il laglio non concluso altrimenti non si potrà sapere come si aprirà il vetro.
Il taglio viene aperto con una pinza apposita
La pinza preme lungo il taglio aprendo il vetro in maniera netta e precisa
Il pezzo è staccato dalla lastra più grande,
La sagoma va rifinita secondo le linee tracciate.
Con il taglia vetro si eseguono i successivi tagli per togliere il materiale in eccesso.
Tutti i tagli riportati sono stati fatti.
Il primo pezzo è stato tagliato.
Anche il secondo.
In alcuni punti più delicati si può utilizzare una seconda pinza a punta tonda per “mangiare” il vetro in eccesso.
I pezzi sono tutti tagliati e numerati.
Si procede alla molatura dei singoli pezzi.
Si devono seguire le linee tracciate con il pennarello e verificare che i bordi vengano tutti molati perfettamente.
La molatrice ad acqua ha una punta di diamante che rende i bordi porosi e non taglienti. Rifinendo i pezzi e consentendo la ramatura.
I pezzi molati vengono posti sopra il cartamodello sul lucido per verificare che combacino.
Se non combaciano si effettuano delle correzioni con la molatrice o si rifà il pezzo da capo.
Dopo la molatura il pezzo può essere ramato. Ossia avvolto con un nastro di rame adesivo.
Il nastro di rame può avere varie larghezze ed essere colorato internamente in vari colori, rame, nero, argento.
Il nastro di rame deve avvolgere i bordi del pezzo di vetro in modo da aderire perfettamente.
Si deve fare si che il nastro di rame che sporge sia sul fronte che sul retro sia della stessa dimensione.
La porosità dovuta alla molatura permette al nastro di rame di aggrappare.
Viene passata una stecca abbassa rame per far aderire il nastro di rame saldamente al pezzo di vetro.
Il rame viene lisciato e si controlla che sia uniforme e disposto in maniera uguale ovunque.
Quando ogni singolo pezzo è ramato si mettono i pezzi vicini.
Si verifica nuovamente sul modello che i pezzi combacino e che il rame sia perfettamente aderente.
Si compone il monile.
Usando il modello sul lucido i pezzi vengono disposti.
Si fermano i pezzi sul modello con delle puntine affinché restino fermi.
Si passa dell’acqua salda che servirà a far saldare i pezzi.
Quando il saldatore è caldo si può procedere alla saldatura
Il saldatore caldo rende lo stagno liquido e modellabile.
Lo stagno deve essere quasi puro per mantenere la lucentezza nel tempo.
Con alcune gocce di stagno fuso si fissano le giunzioni del monile.
Quando lo stagno nelle giunzioni si è raffreddato si possono togliere le puntine. I pezzi rimarranno fermi.
Dopo aver cosparso tutto il monile di acqua salda lo si riveste di stagno.
Lo stagno si attaccherà al rame cosparso di acqua salda. Il saldatore è usato come un pennello.
Si rifiniscono le cordonature centrali poi le cornici e i bordi esterni. Fino a coprire tutto il rame.
Il monile è completamente ramato e stagnato.
Si deve preparare un anello per far passare un nastro o una catenina e poter indossare il ciondolo.
Con del filo di argento si prepara un anellino da attaccare al monile.
L’anellino viene realizzato con una pinza a punta tonda.
Anche per attaccare l’anello d’argento occorre passare l’acqua salda.
Il monile viene posto su un morsetto per attaccare l’anellino d’argento
L’anellino viene saldato. Ora si deve solo sciacquare via l’acqua salda rimasta mettendo il monile sotto l’acqua corrente.
Anche io mi diletto con questa tecnica, ma tu sei davvero brava. Ho sempre avuto problemi a saldare i ganci per i miei angeli Tiffany perché non uso il filo d’argento. Dove posso trovarlo in commercio? Grazie e complimenti ancora!
Ciao molto interessante la tua spiegazione! Secondo te questa tecnica con il nastro di rame e stagno, può essere applicata ad oggetti in resina? Che cos’è l’acqua salda? Grazie in anticipo e.complimenti ancora!
In questi casi l’unica è sperimentare perchè dipende da tanti fattori, dal tipo di resina, dalla temperatura che raggiunge il saldatore, dall’ambiente (già pure quello contribuisce) circostante, da quanto tempo ci metti a farlo (se la saldatura è veloce magari non succede niente ma se ci devi stare su un po’ potresti bruciare tutto), devi provare. Io faccio così per i materiali nuovi (ho provato i circuiti e il plexyglass per ora).
Che brava!
Grazie cara!!!!
Anche io mi diletto con questa tecnica, ma tu sei davvero brava. Ho sempre avuto problemi a saldare i ganci per i miei angeli Tiffany perché non uso il filo d’argento. Dove posso trovarlo in commercio? Grazie e complimenti ancora!
Serena dipende da dove vivi, comunque on line l’ho visto su https://www.cooksongold.it/
Ciao molto interessante la tua spiegazione! Secondo te questa tecnica con il nastro di rame e stagno, può essere applicata ad oggetti in resina? Che cos’è l’acqua salda? Grazie in anticipo e.complimenti ancora!
In questi casi l’unica è sperimentare perchè dipende da tanti fattori, dal tipo di resina, dalla temperatura che raggiunge il saldatore, dall’ambiente (già pure quello contribuisce) circostante, da quanto tempo ci metti a farlo (se la saldatura è veloce magari non succede niente ma se ci devi stare su un po’ potresti bruciare tutto), devi provare. Io faccio così per i materiali nuovi (ho provato i circuiti e il plexyglass per ora).